Cenni storici Crosere

Cenni storici relativi alla chiesetta di Crosere

Prima di entrare nel merito della costruzione della chiesetta di Crosere, che si
appresta a festeggiare il suo primo cinquantesimo, è opportuno ricordare anche un
po’ di storia della Chiesa madre di Santa Maria Maddalena di Latisanotta.
Sembra sempre più difficile scrivere di storia in quanto o per la carenza di documenti
o per altre varie situazioni vengono a mancare le basi su cui fare affidamento
per narrare le vicende dei tempi passati.
Quindi, anche per non disperdere le poche tracce rimaste, è utile riportare ogni
piccolo documento, ogni minima registrazione, ogni tassello di testimonianza.
La Villa di Latisanotta, adagiata lungo il corso del Tagliamento, attraverso i suoi
villici aveva edificato un oratorio accanto alle sponde del fiume.
Il periodo di costruzione non è dato sapere, possiamo solo ipotizzare che alla
metà del Cinquecento esisteva già, come si evince da alcune note ricavate da un
“Libro conti della chiesa di S. Maria Maddalena di Latisanotta”. (1)
Anche il sito preciso del tempietto non è stato localizzato, possiamo presumere
che si trovasse nei paraggi di un ramo del Tagliamento, (a destra del fiume) come
d’altro canto si trovavano altre chiese di altre ville: Madrisio di Varmo, San Paolo,
San Maurutto, tutte poi distrutte da imponenti esondazioni del fiume nei vari
anni.
A onor del vero e come riportato in seguito nei due particolari di mappa del XVI
sec. e Napoleonica, la chiesa si trova ubicata alla sinistra del Tagliamento.
Ma, come ben noto, il fiume ha cambiato diverse volte il suo percorso spostandosi
sempre più a sinistra, distruggendo e ingoiando tutto quanto si trova davanti
alla furia delle sue torbide acque.
Un esempio ben chiaro: la distruzione dell’intera borgata del passo a Latisana,
nel 1800, dove il fiume guadagnò oltre un centinaio di metri a sinistra.
Un’altra ipotesi si può evincere consultando la Carta geomorfologia, redatta dal
latisanese, prof. Alessandro Fontana, dove viene indicato che l’antico alveo del
Tagliamento scorresse a destra dell’attuale di ben cinquecento metri. Quindi non è
azzardata l’ipotesi che l’antico oratorio di Latisanotta si trovasse allora alla destra del fiume.

Si può dedurre l’anno di abbattimento della chiesa-oratorio a causa dell’alluvione,
ma non con assoluta certezza, attraverso la lettura della visita pastorale del
vescovo di Caorle Vincenzo Milani, deputato dal patriarca Federico Cornaro, nel
luglio 1642, dove attesta che “… il cemeterio è rotto…”. A supporto possiamo
accostare l’alluvione del 1640 che distrusse il villaggio di Rosa, posto alla sinistra
del fiume.
Altre notizie che interessano la chiesa di Latisanotta e che trattano della sua
distruzione-ricostruzione sono apparse in diverse pubblicazioni che riportiamo, in
ordine cronologico, a futura memoria:
“…perché la Chiesa di Latisanotta fu già venticinque anni disfatta per timore del
fiume…” (Nicolò Rossetti, Risposta al discorso istorico legale sopra il fiume Tagliamento,
Udine 1728, p. 22).
“…che già più anni il Tagliamento corresse più di duecento pertiche lontano dalla
piccola Chiesa intitolata la Trinità, e che adesso minaccioso la guardi. Non potrà negare,
che il sito vecchio della Chiesa di Latisanotta disfatta si attrovi di presente mezo in
grava, e mezzo in fiume, il quale avanti correva vicinissimo alla Pieve di S. Giorgio,
come apparisce dagli Argini vecchi, e che ora circondano visibilmente la Chiesa; dove è
pure visibile, e a tutti cognito l’alveo lasciato”. (Don Giovanni Conti, Il fiume Tagliamento.
Discorso Istorico-Legale, Udine 1728, pag. 24)
Nel 1703, per timore del Tagliamento, venne demolita la chiesa di Latisanotta
e rifatta in un luogo più sicuro (Benvenuto Castellarin, Il Tagliamento…, in Morsan
al Tiliment, p. 87).

A.P.L. – Antica mappa s.d. (prob. sec. XVI o XVII) con disegnate alcune chiese poste alla sinistra del Tagliamento.

 Nel 1703, “per timore del Tagliamento, vien demolita la chiesa di Latisanotta,
che era a destra, per rifarla a sinistra, più lontana dal fiume” che regolarmente,
anche in quell’anno, aveva allagato il paese. (Nelso Tracanelli, Il Tagliamento, in
“Tisana”, pp. 228-230, a sua volta da Bonturini Giuseppe: Del Tagliamento /
discorso di Giuseppe Bonturini. – p. 28; 8°, Monografie friulane offerte a Monsi-
gnore Zaccaria Bricito, arcivescovo di Udine, Udine: Vendrame, 1847 – [345] S.:
Ill.; 8°).
Il 20 luglio 1828 il vescovo di Udine Emanuele Lodi consacra la chiesa di S.
Maria Maddalena di Latisanotta filiale di Latisana (Ferdinando Blasich, Brevi memo-
rie sulla pieve di Latisana, Udine 1891, p. 15).
Lo storico Nelso Tracanelli cita una nuova distruzione del tempio, avvenuta nel
1847, riportata nel saggio: Il Tagliamento, in “Tisana”, pp. 228-230, dove viene
chiamato in causa Giuseppe Bonturini, che ci ricorda la tremenda violenza delle
acque che, dopo aver schiantato, nel 1847, «le due ville di Biauzzo e di Rosa, scese
in Latisana, abbandonando l’antico letto, si rovesciarono sulla più bella contrada e
ne fecero scempio». In tale circostanza vennero spazzati via la chiesa e il cimitero di
Latisanotta.
Ma per la verità, esaminando de visu le pagine di Bonturini, esattamente la pagi-
na 18, dopo “… fecero scempio” continua così: “E chi non si commuove al veder
la villa di Latisanotta, che cerca in mezzo al fiume la vecchia sua chiesa, e l’ossa
disperse, e profanate dei padri?”.
A.P.L. – Rielaborazione grafica particolare della mappa napoleonica – villa di Latisanotta – anno 1811.

“Stato della Chiesa succursale e non Sacramentale di Latisanotta. Visita pastorale gennaio 1821”. (Documento archivio Enrico Fantin, proveniente da Archivio Curia Arcivescovile di Udine)

Quindi, il Bonturini, nel suo “Del Tagliamento – discorso” non scrive di distru-
zione del tempio, né di alluvione nell’anno 1847, come pure non si trovano note
dell’evento nel libro storico della Parrocchia.
Un’altra considerazione, osservando la mappa napoleonica (anno 1811) il cimi-
tero segnato H, era attorno la chiesa, la cui forma non sembra quella di allora anche
se è murata la lapide della consacrazione del 1828.
Un dato significativo lo troviamo in un passaggio del libro storico della Parroc-
chia di Latisanotta:
1922: Sua Eccellenza l’Arcivescovo sollecitava la costruzione della Chiesa (grave-
mente danneggiata nella guerra 1915-1918) e il popolo volle rimettere in sicurezza il
Campanile;
1925-1926 Ritornano le Campane dalla Ditta Colbacchini di Padova. Così il
popolo riprendeva animo e venne nella decisione, superate le lotte mosse da coloro che
volevano venisse costruito più in centro del paese, almeno presso le Scuole Comunali, di
demolire la Vecchia Chiesa per rifarla più ampia, dov’era quella che fu costruita nel
1598 dapprima come piccolo Oratorio, ampliato in seguito per la capienza della popo-
lazione, e consacrata da S. Eccellenza Mons. Emmanuele Lodi nel 1828. Così scompa-
riva la Chiesa nello stile a croce greca con ricche memorie di fede e pietà del popolo che
racchiudeva fra le sue mura l’amore e il sacrificio di tutti.

La vecchia chiesa gravemente danneggiata nella
guerra 1915-1918, demolita nel 1926, con il
campanile pericolante, in una foto del 1923.

Tornando alle notizie certe ricavate dai “libri conti della chiesa di S. Maria Mad-
dalena di Latisanotta” riportiamo alcuni dati utili alla nostra ricerca:
1592 – spesa per una colatione ali homini che hano renovato la rosta rotta per la
montana al ii del istante (maggio)
nell’anno 1593 “… risultano molte spese per mattoni, calcina e sabbia per lavo-
ri alla chiesa, nonché a muratori e manovali”. Sembra sia il registro più antico del-
la chiesa, quindi si deve dedurre che la costruzione citata sia quella di una nuova
costruzione, in altro sito, al posto di una minore o di un oratorio. Infatti nel 1703
si trova registrato “Per speso à far il ponte della Chiesa, et rasar il Sagrado. Per speso
alli dodici quando levarono li sassi della sina della Chiesa vechia”.
1699 – per spesi overo contadi (soldi) al Rev.mo Sig.r Pievano Conti che fù a cele-
brar la Santa messa il giorno che si fece la benedizione della V.da Chiesa.
1706 – per spesi in far condor il ponte di legno della V.da Chiesa che era stato leva-
to dall’aqua della montana, et anco aggiustato.
Dal 1763 al 1795 sono registrate numerose voci di spesa che si presume siano sta-
ti gli anni di costruzione della nuova chiesa e del campanile. Infatti nel 1769 – per
spesi in Huomeni n° 168 che hanno fatto li manovali a z(ecchini) 6 l’uno al giorno.
A supportare quanto appena riportato viene in aiuto il verbale della visita pasto-
rale fatta dal vescovo di Udine, Emmanuele Lodi, nel gennaio 1821:
Questa chiesa è stata fabbricata sin dall’anno 1770, colle spontanee offerte dei Fede-
li e non fu mai consacrata.
Tre soli altari esistono nella medesima. L’altare maggiore alla Romana, per metà di
pietra viva, colla palla rappresentante Santa Maria Maddalena, e con due statue late-
rali di legno pitturato: quella in cornu evangeli rappresentante S. Urbano Pontefice e
l’altra, in cornu epistole S. Francesco d’Assisi.
L’altare alla sinistra tutto di pietra viva e corrispondente all’altro che gli sta in fac-
cia, è dedicato a santa Maria Santissima sotto il titolo del Carmelo, rappresentato da
un quadro in pittura, e chiuso da uno specchio in faccia…
Lo stesso vescovo, il 20 luglio 1828, consacrò la chiesa di Santa Maria Madda-
lena di Latisanotta.

CAPPELLANIA DI LATISANOTTA
Fra le note della visita pastorale del 1642 troviamo scritto che …Il rev.do sacer-
dote di Latisanotta sia tenuto et obbligato venir alla Tisana con le Croci tutte le feste
mobili et solennità alle Processioni.

Poi, altre notizie utili le trovano nel libro storico della Parrocchia di Latisanot-
ta, che riportiamo integralmente:
Ad maiorem Dei gloriam
1828?
La chiesa di S. Maria Maddalena in Latisanotta anticamente, in origine, era un
Oratorio: quando la borgata fu eretta Cappellania si fecero lavori di ampliamento
con due cappelle e anche venne innalzato l’Oratorio. Gli altari di marmo furono
acquistati col ricavato della vendita dei terreni della Chiesa chiamati “Chiavurlin”.
L’assistenza alla popolazione era fatta dal clero di Latisana e talvolta venivano a far
funzione e Santa Messa festiva.
1846
Venne costituita la Cappellania e primo sacerdote fu don Sebastiano Zanelli (1846-
1848).
Con lui la chiesa divenne sacramentale; si ignora quanto tempo abbia assistito la
popolazione. Morì e fu sepolto fuori la porta della chiesa.
1848
Da San Paolo venne don Pietro Martinis (1848-1851)
Di lui non ci sono ricordi riguardo la Chiesa. C’è un altro ricordo che riguarda la
munificenza famigliare: egli acquistò nei pressi della Chiesa una casetta che fu adat-
tata a uso distilleria, condotta dalla famiglia che aveva egli chiamato da S. Paolo.
Morì nel 1851 in Latisanotta e fu sepolto nel recinto della chiesa. In quella fami-
glia più tardi un nipote (don Giovanni Martinis) si fa sacerdote che rimanendo a
casa compie l’ufficio di cappellano festivo a Cesarolo. Morì nel 1898 senza lasciare
ricordi degni di memoria.
1851
Don Luigi Zanelli (1851-1853)
E’ di Latisanotta: fu nominato cappellano del paese, ma la popolazione dinanzi a
un Cappellano paesano si divide in partito pro e contro di lui cosicché potè fer-
marsi due anni soli e venne poi trasferito a Ronchis, indi parroco a Madrisio e ven-
ne a morire di paralisi a Latisanotta.
1853
Don Domenico Radi (1853-1858)
A sostituire don Zanelli venne don Domenico Radi, nativo di Marano Lagunare:
anche di questo cappellano non si conoscono opere speciali: si trattenne cinque
anni e partì per Udine dove fu parroco della Chiesa di San Giorgio dopo aver
acquistato due stendardi bianchi per la Madonna. C’è chi lo ricorda come sacer-
dote molto popolare e di voce potente.
1860
Don Natale Perez (1860-1865)
Sacerdote giovane rimase sul posto quattro anni soli: nulla di notevole in Chiesa:
invece sul Tagliamento (nel tratto che il fiume nel 1926 deviò) gli Austriaci costrui-
rono un ponte ch’essi stessi demolirono quando a S. Giovanni partirono dal paese.
Don Natale, dopo quattro anni di assistenza, partì nell’anno 1865.
1865?
Don Giuseppe Carnieri (1865?-1872)
Oriundo da Ribis, venne in questa cappellania verso l’anno 1863: egli ebbe cura di
sistemare l’organo; muniva la chiesa di un altare di marmo (1870?) e tenne anche
nel 1871 la s. Missione di due sacerdoti. Indulgebat vino. I fabbricieri più volte
ricorsero ai Superiori onde farlo allontanare dal paese: ebbe anche querele civili e
finalmente mediante l’intervento di mons. Abate Tell di Latisana, nel 1872 partì
cappellano a Concordia e quindi parroco a Tesis di Vivaro.

1872
Don Francesco Masini (1872-1883)
Egli era nativo di Jalmicco di Palmanova e proviene dalla cappellania di Merlana.
A Latisanotta dimostrò un’anima di zelo e pietà. Il maggio si celebrava con musica
del Tomadini eccedendo gran fervore e commosso del popolo. L’immagine della
Madonna era piccolissima, si conservava in Chie-
sa per la pietà dei fedeli e non si portava in pro-
cessione. Coll’aumentare della pietà volle anche
animare a fare un gonfalone bianco in onore di
Maria e così s’infervorarono fino a voler anche
una Immagine per portare in processione e rac-
colte le offerte prepara la Madonna nuova (opera
dello scultore udinese Luigi Pizzini – A.D.
MDCCCLXXXIII). Nel 1883 venne nominato
Vicario del Duomo di Udine e lascia Latisanotta
dopo aver dato prove di gran zelo nella cura
pastorale delle Anime. [Sarà poi abate pievano di
Latisana dal 1907 al 1926].

1884
Don Pietro Molaro (1884-1901)
Nella vacanza presta assistenza al popolo di Latisanotta don Sante Vacchiani, Coo-
peratore di Latisana e in maggio del 1884 giunge don Pietro Molaro di Treppo
Grande. Ordinato sacerdote assiste per circa due anni il Parroco del luogo infermo
e in maggio 1884 venne mandato a Latisanotta.
In questo paese ha saputo non solo conservare lo
spirito di pietà ma diede un incremento profon-
do alla Fede. Egli volle subito fra i Giovani e le
Giovani organizzata la pietà fondando la Scuola
di S. Luigi al quale appartenevano tutti fino al
matrimonio. La Pia associazione praticava, come
tuttora si pratica le sei domeniche di S. Luigi nel
tempo di carnevale. Alle Scuole del SS.mo Sacra-
mento e del Carmelo diede continuo eccitamen-
to per le manifestazioni di fede in paese. Con-
servò uno zelo che rimase ricordo caratteristico di
Lui un attaccamento straordinario alla parroc-
chiale dove recavasi ogni domenica e festa vin-
cendo qualunque ostacolo. Così le famiglie assorbivano dal suo esempio lo spirito
di una bella vita cristiana. La sua preghiera era a tutti nota come preghiera incessa-
bile e il popolo pensava che tanta era anche la sua penitenza. I sacerdoti limitrofi
venivano per consigli e per la S. Confessione. In dicembre 1901 venne nominato
parroco di S. Stefano di Palmanova e così dopo 17 anni di cappellano lasciava la
sua diletta Latisanotta.

1901
Don Angelo Vidoni (1901-1903)
Proveniente da Castions di Strada veniva a succe-
dere all’amato pre Pieri, don Angelo Vidoni, nato
a Basagliapenta, il 19.2.1876. Egli vide subito la
buona e lusinghiera opera dell’antecessore e a
preservarla dal pericolo dell’affievolimento pen-
sava che il dover recarsi così in massa col proprio
cappellano in parrocchia per tutti gli atti ufficia-
li di religione diveniva un problema difficile e che
perciò rendevasi indispensabile che a questa
figliale Latisanotta venisse concessa, per gradi, un
po’ di libertà. Suo primo atto fu la domanda di
avere in Latisanotta il s. Fonte Battesimale e Mons. Tell lo concesse. Indi ottenne
che nel pomeriggio delle domeniche e feste si cantassero i s.s. vesperi. Nel 1903 si
pose la prima pietra per l’erezione di un nuovo campanile: il popolo guidato dalla
sua sapiente parola con offerte e prestazioni in breve vide il suo bel campanile
costruito dall’impresa Tonini di Udine. Ma un cappellano tanto intraprendente
non poteva rimanere quasi nascosto in un piccolo paese di campagna e di fatti nel
1904 egli venne chiamato dalla fiducia dei Superiori al posto onorifico di profes-
sore del Seminario di Udine.

1904

Don Mosè De Filippo (1904-1915)
Il novello sacerdote don Mosè De Filippo di Carpenedo (Pozzuolo del Friuli) venne di prima nomina a succedere all’indimenticabile don Vidoni. Sua opera prima fu il collocamento delle campane al nuovo campanile: sequela demolizione del vecchio campanile che minacciava la stabilità della Chiesa e si toglieva così il più brutto inconveniente alla quiete delle funzioni in Chiesa poiché appoggiava gran parte quel campanile su la Chiesa, alla porta laterale a destra di chi entrava.

La demolizione fu opera di due muratori Pupolin Ermenegildo e Buffon Pietro (Buffonut)
ricevendone in compenso il materiale. Nel 1911, al ritorno dei soldati combattenti in Libia, per suono esagerato fu spezzata una campana. La parola di don Mosèanimò il popolo a sostituire la rotta con una nuova: il popolo allora non solo corrispose ma volle la nuova rifusione con aumento di peso di tutte e tre. Lo zelo del
cappellano volle anche la S. Missione e con buon risultato fu a predicare don Man-
fredo Zuccardi di Cividale. Don Mosè fu caro al popolo e più caro ancora quando
per rispondere al suo spirito ardente di sacerdote manifestò il grande ideale di far-
si Religioso. Nel 1915 lasciò la sua Cappellania di Latisanotta per entrare nell’Or-
dine dei P.P. Camilliani di Verona (Consacrati all’assistenza degli ammalati negli
ospedali).
1915
Don Girolamo Marioni (1915-1927)
In febbraio del 1915 venne a succedere al padre don Mosè il novello sacerdote don
Girolamo Marioni, nato a Rubignacco di Cividale, il 18 marzo 1881. Allo scoppio
della grande guerra, maggio 1915, egli fu chiamato militare, e fu assegnato Cap-
pellano militare di Ospedaletto da Campo in Latisana. Nel mentre ch’egli era in
Latisana continuava l’assistenza anche a Latisanotta. Ottobre 1917, Caporetto! Il
27 ottobre 1917 l’Ospedaletto deve partire per ignota destinazione e il cappellano
dovette seguirlo. Latisanotta così rimaneva senza sacerdote, come pure la parroc-
chiale di Latisana. Austriaci e Tedeschi invadevano la zona fino al Piave. Per faci-
litazione di viabilità nel Tagliamento a Latisanotta si costruisce un ponte rendendo
così più desolante lo stato del paese e motivo del-
le truppe che transitavano causando danni eco-
nomici e morali. Non ha mancato però l’assi-
stenza spirituale. Il Parroco di Ronchis, don
Trombetta, da Fraforeano a Latisana ha compiu-
to prodigi di assistenza. In dicembre chiese aiuto
e gli venne mandato don Giacomo Baradello,
nativo di Ronchis, proveniente da Pasian Schia-
vonesco [dal 1923 Basiliano]: allora il lavoro di
assistenza veniva condiviso e reso più facile. Ogni
paese era in uno stato pietoso, ma Latisanotta era
in una condizione peggiore di ogni altro. La chie-
sa perforata in molte parti e riparata con teli da
Don Girolamo Marioni.                          tenda: il soffitto in parte crollato e minacciante di
crollare; il campanile scantonato e scoperta laguglia: l’impressione che si provava era d’angoscia. I fedeli rimasti si potevano raccogliere in coro e nell’avancoro per la S. Messa. Fu asportato l’organo, le campane,
alcuni paramenti, il piviale semiadoro e biancheria. Don Trombetta ottenne una
campana scelta dall’ammasso ch’era in Latisana e su pali di acacia, a sinistra della
chiesa, nella centa, venne collocata per l’adunata dei fedeli alle sante Funzioni e al
catechismo dei bambini. Infierì la terribile malattia contagiosa “la spagnola” mie-
tendo molta gioventù: in un sol giorno tra profughi e Latisanottesi furono sette i
morti. In settembre don Baradello fu messo in carcere e in aiuto don Trombetta
venne don Giovanni Zanier, vicario di Taipana, era anch’egli con la famiglia di
Ronchis.
Il 2 novembre, dopo ansiosa attesa resa acuta dai desideri di liberazione dal gioco
straniero che non poteva in nessun modo assisterci e creandosi sempre più doloro-
se le sofferenze economiche morali, compaiono gli Italiani sull’argine destro del
Tagliamento. Notte molto piena di ansie quella del 2 al 3 novembre. Il 3 gli
Austriaci simulano l’armistizio; ma i bersaglieri al ponte di Latisana si spingono al
di qua su la sinistra, succedono gravi incidenti contro i soldati austriaci e don
Trombetta e don Zanier sono fatti ostaggi dalle autorità militari austriache nel loca-
le del forno di “Sic” e solo circa la mezzanotte del 3 al 4 fanno ritorno a Ronchis
quando gli Italiani mettono in fuga i resti degli Austriaci rimasti in queste zone.
Latisanotta ebbe un paesano morto: il giovane Centis Giovanni che gli Austriaci
sull’argine a Latisana hanno fatto vittima del loro furore mentr’egli stava rispon-
dendo a delle richieste.
Nella gioia di rivedere i nostri Italiani è terminata così la nostra schiavitù: in Duo-
mo a Latisana fu solennemente cantato il Te Deum. Nei primi giorni comparve a
Latisana Mons. Masini e don G. Marioni a Latisanotta. E allora mentre don Trom-
betta, da tutti benedetto e insignito del Cavalierato si collocava quieto a Ronchis,
don Zanier ritornava a Taipana e don Baradello a Pasian Schiavonesco.
Grande è l’affiliazione di don Marioni per le condizioni economiche morali della
popolazione: e tristezza aumentava per lo stato desolante della sua Chiesa e del
Campanile.
1918
In paese con difficoltà si riprende l’andamento normale di vita. I profughi che
ritornano alla spicciolata innanzi alle loro case vuote lamentano e accusano di ladri
i rimasti. Latisanotta è il paese più danneggiato di ogni altro. La Chiesa non offi-
ciabile. Il Cappellano don Marioni celebra e amministra i SS. Sacramenti in Cano-
nica. Il campanile è così perforato, scantonato con guglia pericolante, causa i bom-
bardamenti delle nostre artiglierie in difesa della ritirata, che pare crolli di momen-
to in momento. Il cappellano in tale pietosa situazione non aveva alcun aiuto nean-
che dall’Abate, che aveva solo il pianto su la sua Latisana, pure ridotta quasi a un
cumulo di rovine.
1922
Sua Eccellenza l’Arcivescovo sollecitava la costruzione della Chiesa e il popolo vol-
le rimettere in sicurezza il Campanile.
1925-1926 Ritornano le Campane dalla Ditta Colbacchini di Padova. Così il
popolo riprendeva animo e venne nella decisione, superate le lotte mosse da colo-
ro che volevano venisse costruito più in centro del paese, almeno presso le Scuole
Comunali, di demolire la vecchia Chiesa per rifarla più ampia, dov’era quella che
fu costruita nel 1598 dapprima come piccolo Oratorio, ampliato in seguito per la
capienza della popolazione, e consacrata da S. Eccellenza Mons. Emmanuele Lodi
nel 1828. Iniziarono così nel 1926 i lavori di demolizione della chiesa del 1600 ed
inizio della ricostruzione. Scompariva così la Chiesa nello stile a croce greca con ric-
che memorie di fede e pietà del popolo che racchiudeva fra le sue mura l’amore e
il sacrificio di tutti.
Il 17 luglio 1926, l’Arcivescovo di Udine, monsignor Rossi, benedice la prima pie-
tra e nella colonna, in cornu evangeli, all’apertura del coro, fu depositata la Perga-
mena con i nomi del Pontefice Maximo Pio XI, di Vittorio Emanuele Re d’Italia e
di Anastasio Rossi vescovo di Udine.
Il 29 maggio 1927, monsignor Riccardo Barbina, Abate Pievano di Latisana, bene-
dice la nuova Chiesa Parrocchiale di Latisanotta.
A prendere possesso della Parrocchia di Latisanotta venne don Giacomo Baradello,
di Ronchis, domenica 5 giugno 1927.

1927
Don Giacomo Baradello (1927-1960)
Don Baradello, nato a Ronchis il
10.5.1888, fu il primo Parroco di Latisa-
notta. Di animo aperto, di cuore generoso,
di zelo instancabile, don Giacomo si era
accattivato la stima e l’amore non solo di
Latisanotta, ma di tutta la Bassa friulana.
Tra le sue molteplici iniziative si deve
innanzitutto la costruzione dell’asilo infan-
tile e i preparativi per la costruzione di una
nuova chiesetta alle Crosere.
La morte lo colse il 21 maggio 1960.
1961
Don Danilo Stel (1961-1980)
A succedere a don Baradello giunse nel gennaio 1961 don Danilo Stel. Era nato a
Flaibano nel 1918. Entrato giovanissimo in seminario, don Stel venne ordinato
sacerdote nel luglio 1942. Cappellano curato a Saletto di Raccolana per un breve
periodo e poi a Prepotto (per 6 anni), Forni di Sotto e Privano, divenne parroco
nel 1956 proprio in quest’ultima località, in Comune di Bagnaria Arsa. Quindi, dal
1961 al giugno 1980 resse la Parrocchia di Latisanotta lasciando un bellissimo
ricordo per la sua umanità e semplicità.
Don Stel seppe prendere in mano subito la
situazione lasciata dal suo predecessore e
con il suo carattere, che a volte poteva
apparire brusco, seppe accattivarsi la bene-
volenza della gente. Continuò la conduzio-
ne dell’Asilo parrocchiale migliorando non
solamente le strutture, ma anche i metodi
didattici, tanto che negli anni successivi le
iscrizioni superarono quelle dell’analogo
asilo di Latisana, e portò a termine la
costruzione della chiesetta-oratorio di Crosere.
Fu di grande aiuto nel frangente delle due alluvioni del 1965 e ’66, che avevano
inghiottito anche la chiesa e l’asilo. Lui era lì, in prima linea, con gli stivaloni, il
badile e il suo fisico possente. Fu di esempio e infuse coraggio a tutti.
Lasciata Latisanotta ritornò in montagna, a Forni Avoltri, fino al 1986. Infine, nel-
la sua ultima tappa, fino al gennaio 2002, in veste di parroco di Zompicchia, a cui
si aggiunsero anche Muscletto e la cura pastorale delle chiese di San Pietro e San
Martino.
1980
Don Severino Casasola (1980-1986)
Nel giugno 1986 entra nuovo parroco don Seve-
rino Casasola, nato a Ronchis il 24 agosto 1923.
Ordinato sacerdote da mons. Giuseppe Nogara
nel Duomo di Udine il 7 luglio 1946.
Don Severino, prima di giungere a Latisanotta, è
stato parroco in diverse parrocchie. In gioventù
ha partecipato a delle Missioni al popolo in varie
località anche fuori diocesi, in Sicilia, in Umbria,
nei sobborghi di Roma a parlare di Gesù Cristo e
ha predicato ritiri alle donne di Azione Cattolica.
Durante la sua permanenza a Latisanotta furono
eseguiti lavori di miglioramento alla struttura
della Scuola Materna e si misero le basi per i lavo-
ri di rinnovamento della Chiesa di Crosere. Don
Severino è stato oggetto di uno spiacevole episodio dove alcuni malviventi, rimasti
sconosciuti, erano entrati furtivamente in canonica per poi picchiarlo selvaggia-
mente.
1986
Don Agostino Orsaria (1986-1992)
Don Agostino, nato il 7 settembre 1923, dopo la sua ordinazione sacerdotale, avve-
nuta nel 1949, insegnò per diversi anni in alcuni fra i più importanti istituti scola-
stici della capitale. Poi gli venne affidato il ministero in diverse parrocchie. Giunse
a Latisana nel novembre 1986 dove gli fu assegnata la Parrocchia di Latisanotta.
Don Orsaria si distinse subito per volontà di fare qualcosa di utile per i suoi nuo-
vi parrocchiani.
Fra le sue opere merita ricordare la conclusione della ristrutturazione della chieset-
ta della Madonna della Strada di Crosere.
Nel maggio 1992 l’arcivescovo di Udine, monsignor Alfredo Battisti, lo nominò
cappellano dell’Ospedale Civile di Latisana in sostituzione di don Orazio Rizzi,
ritiratosi per infermità.
Da questa nuova missione don Agostino ha potuto offrire alle persone, una volta
ricoverate nell’ospedale, la possibilità di ricevere un’assistenza di tipo religioso di
cui beneficiano quando risiedono nel proprio domicilio o nella propria parrocchia.
Ma quante lacrime ha asciugato, quanti spiriti
spauriti dalle diagnosi crudeli ha confortato,
quante anime ha rasserenato!
Amava sedersi con semplicità e confidenza vicino
al letto di chi aveva bisogno non di un discorso
tecnico, ma solamente di qualche parola di spe-
ranza contro tutto ed oltre ogni situazione.
Rimarranno nella memoria le sue Messe della
Vigilia di Natale e le sue omelie, tutte di grande
spessore teologico. Nei suoi break era solito pas-
seggiare dinanzi la statua di S. Padre Pio, all’in-
gresso dell’Ospedale, sistemare i lumini e i fiori e
poi seduto nella panchina meditare o scambiare
qualche parola coi passanti. Ci piacerà ricordarlo
così, immerso tra i fiori e i lumini di Padre Pio.
Avendo rinunciato ai saluti ufficiali, ugualmente, gli operatori dell’Ospedale, han-
no voluto essergli vicino, partecipando alla Messa di commiato del 14 maggio 2010
e consegnandogli, a nome di tutti, una bella pergamena e un quadro raffigurante
la tela della Madonna della Cintura esistente nella cappella dell’Ospedale.

1995

Don Giacinto Miconi (febbraio 1995-giugno 1997)
Monsignor Alfredo Battisti, arcivescovo di Udi-
ne, in data 8 novembre 1994, affida la cura
pastorale della parrocchia al sacerdote missiona-
rio Fidei Donum don Giacinto Miconi, nato nel
1943 a Vergnacco (UD), in seguito alla rinuncia
del parroco don Agostino Orsaria.

Rimarrà per un breve periodo a Latisanotta per
poi riprendere la sua opera missionaria in Brasile.

1997
Monsignor Giovanni Rivetti (giugno 1992-settembre 2002)
Essendo rimasta vacante la parrocchia di Santa
Maria Maddalena in Latisanotta, data la situazio-
ne singolare in cui versa l’Arcidiocesi, con decre-
to 24 giugno 1997, prot. n. 1164/C.R., l’arcive-
scovo mons. Alfredo Battisti nomina parroco
mons. Giovanni Rivetti, che è anche parroco del-
la Parrocchia di San Giovanni Battista in Latisa-
na.
Collaboratori: don Denis, padre Renzo Bon
(vicario parrocchiale), don Elia, don Giovanni Di
Lenarda.

2002
Monsignor Carlo Fant (settembre 2002)
Monsignor Pietro Brollo, arcivescovo di Udine,
con decreto n. 104/02/C, del 1° ottobre 2002,
rimasta vacante la parrocchia per i nuovi avvicen-
damenti, nomina mons. Carlo Fant parroco di
Latisanotta e, con la stessa data, anche parroco
della parrocchia di San Giovanni Battista in Lati-
sana.
Nel medesimo decreto si evince che “egli conti-
nuerà a rimanere anche parroco moderatore del-
la parrocchia di San Giuseppe sposo della B.V. in
Bevazzana, della parrocchia dei Santi Filippo e
Giacomo in Gorgo e della parrocchia dello Spiri-
to Santo in Pertegada, ai sensi del can. 526 § 1
del Codice di diritto canonico.
Collaboratore padre Eladius Minde.

CRONISTORIA DELLA CHIESETTA DI CROSERE

Durante il periodo della Serenissima, fino al tardo Settecento, Latisana vantava ben
sette chiese, il “Septifanium”. Queste chiese erano sorte in epoche diverse nel cen-
tro cittadino.
Anche le varie frazioni godevano dell’esistenza di edifici di culto già esistenti o
costruiti nel secolo scorso.
Negli anni Cinquanta del ’900, subito dopo la seconda guerra mondiale alcune
località composte da un discreto numero di famiglie, come il Paludo e le Crosere,
ebbero il desiderio di edificare un pic-
colo oratorio, anche per il semplice
bisogno di riunirsi e di formare comu-
nità.
Nel maggio 2008 sono stati celebrati i
cinquant’anni della fondazione della
chiesetta di sant’Anna di Paludo e da un
documento si rileva che nel marzo 1957
furono poste le firme ufficiali sugli atti
di donazione degli appezzamenti di ter-
reno sui quali sarebbe stata costruita la
chiesa.
Per restare nel tema e confrontare l’an-
no di ideazione o partenza delle due
nuove costruzioni, avviate quasi in con-
temporanea, in quanto per la chiesa di
Paludo il primo fautore fu senza dubbio
don Tarcisio Bordignon, però lo trovia-
mo testimone in una riunione del
dicembre 1956, indetta dal Comitato di
Crosere. A testimonianza di tutto ci vie-
ne in aiuto un verbale autografo, ripro-
dotto a lato, del parroco di Latisanotta
don Giacomo Baradello.
Domenica, 30-XII-1956
Crosere
L’accademia “Gli scolari” delle Crosere
preparati con grande sacrificio dalle inse-
gnanti e pre Tarcisio, con la loro amicizia
di Natale, ha superato l’aspettativa del
pubblico invitato. Nell’occasione si dispone Gesù nel Presepio, si depose la Busta con den-
tro una libera offerta pro erigenda Chiesa che le cento famiglie erano invitate a pre-
parare.
Sfollata la massa del pubblico si trattennero alcuni uomini coi Sacerdoti e il Comitato.
Il sig. Pupolin reclama forte che ci deve essere migliore correttezza nell’attività dei mem-
bri del Comitato; era sorto un frainteso tra lui e il sig. Martinello Luigi: ma venne chia-
rito subito. Il sig. Casasola Mirco e Martinello Domenico riferirono alcune voci che
reclamano la nomina del Comitato con votazione plebiscitaria generale e non parziale
come quella dell’altro giorno troppo parziale. E il cav. Cicuttin, presente per desiderio
del Comitato, osserva che in tutte le assemblee ci sono e ci saranno gli assenti disposti
poi e pronti a giustificare la loro assenza con lamenti disfattivisti. In mezzo a quel cir-
colo di uomini, viene portata la cassettina delle Buste. Furono aperte da due scrutatori
e alla lavagna fu registrato l’estrazione di £. 26.256. Seduta stante la somma fu conse-
gnata al Comitato colla delibera che sia depositata in libretto di Banca al conto corrente
intestato “Comitato pro Chiesa delle Crosere”.

Il Parroco
Don Giacomo Baradello

Si deve dedurre che don Tarcisio Bordignon abbia esportato anche a Paludo ana-
logo desiderio del Comitato di Crosere di costruire una chiesetta.
Come poc’anzi accennato, la località di Crosere, negli anni Cinquanta era una
piccola collettività, non aveva un’identità sociale e religiosa, uno status di frazione
o borgo, il tutto ruotava intorno ad un edificio adibito a scuola elementare e una
trattoria.
Esisteva però nella popolazione una segreta convinzione di essere comunità.
L’edificio scolastico fu terminato nel 1955, grazie anche alle numerose ore di
lavoro manuale offerte dagli allievi delle scuole di avviamento professionale esi-
stente in quegli anni a Latisana.
Non essendo luoghi di culto il rito religioso veniva praticato con piccole ceri-
monie che si tenevano settimanalmente presso le singole famiglie, dove peregrina-
va una piccola statua della “Madonna Missionaria” ed era l’unico segno tangibile di
un sentimento religioso di quel tempo molto più radicato di oggi. (2)
Monsignor Baradello, allora parroco di Latisanotta, pensò di trovare un posto
stabile, almeno per celebrare le SS. Messe, per evitare dicerie e commenti non sem-
pre favorevoli causa le continue visite nelle varie famiglie.
Inoltrò domanda al Provveditore agli Studi di Udine ed ottenne l’autorizzazio-
ne di una piccola aula all’interno delle scuole.
La temporaneità della concessione e gli esigui spazi a disposizione, che nelle feste
domenicali costringevano i fedeli a cerimonie all’aperto, dove una carretta fungeva
da improvvisato altare, scaturirono i presupposti per la nascita di un comitato, per
la costruzione di un oratorio, composto inizialmente da abitanti volenterosi del
luogo: Domenico e Luigi Martinello (Gigi suêt) Ercole Mauro, Mirco Casasola,
Giovanni Mantovani (Giovanin Saro), Otello Buffon (Telo), Domenico Moro (siôr
Meni), Giovanni Pupolin (Giovanin mediatòr).
Dunque, dagli atti emerge che già nel dicembre 1956 il comitato si era attivato
con raccolta di offerte e che l’iniziativa, magistralmente pubblicizzata dal parroco,
arrivò agli orecchi della signora Teresina Cicuttin, che era proprietaria di un appez-
zamento di terreno adiacente le scuole di Crosere, la quale espresse il desiderio di
donare la porzione di terreno che serviva alla costruzione della nuova cappella.
Porta la data del 25 luglio 1957 il documento preliminare del dono-vendita,
rilasciato in carta libera, per lire 250.000.
La signora Teresina Cicuttin, moglie del maestro Clemente Mizzau, infatti, ave-
va donato 1.000 mq. e altri mille furono acquistati dalla parrocchia di Latisanotta.
L’atto di donazione, datato 2.8.1957, Rep. 2741,
del notaio dott. Marino Tremonti, fu registrato a
Udine con nota di voltura n. 111 del 12.2.1963.
L’improvvisa scomparsa di mons. Baradello,
avvenuta il 21 maggio 1960, bloccò temporanea-
mente l’attività del comitato in attesa dell’arrivo
del nuovo parroco.
Nel gennaio 1961 arrivò don Danilo Stel, che
assunse la guida della parrocchia di Latisanotta
sino al mese di giugno 1980.
Don Stel seppe subito guadagnarsi la fiducia e
simpatia dei parrocchiani e visto il momento
favorevole, cercò di sensibilizzare i suoi fedeli nel-
la raccolta di fondi per portare a termine il pro-
Teresa Cicuttin in Mizzau                          getto della chiesetta.
n. 31.5.1898 + 20.07.1970

I primi finanziamenti arrivarono attraverso varie
offerte e da piccole iniziative, peraltro in uso anche in altre comunità, come la rac-
colta di uova e la rivendita delle stesse nelle trattorie dei dintorni. Alcune famiglie
poi si prestarono ad allevare alcune once di bachi da seta “cavalêrs” nelle loro case,
per conto della erigenda chiesa.
Con i pochi soldi raccolti, alcune decine di migliaia di lire, venne dato l’incari-
co all’impresa edile artigiana di Gino Pizzolitto di avviare al più presto la costru-
zione della chiesa.
Sul progetto del geometra Enor Milocco, i lavori iniziarono il 22 agosto 1961
e con ritmo velocissimo ebbero termine sabato 23 settembre, dopo 32 giorni. Par-
te del materiale fu offerto da alcuni artigiani del luogo: i fratelli Danilo e Lino Cas-
san con Oreste Massarutto trasporta-
rono ghiaia e sabbia, mentre i f.lli
Marin misero a disposizione alcune
macchine operatrici.
La struttura della nuova chiesetta
venne inaugurata il giorno successivo,
domenica 24 settembre 1961, con
una cerimonia ufficiale alla quale
intervenne l’arcivescovo di Udine
monsignor Giuseppe Zaffonato. Alla
manifestazione parteciparono molte
L’impresa Pizzolitto durante i lavori di costruzione,
nell’agosto del 1961.
autorità religiose e civili e una nume-
rosa rappresentanza di cittadini pro-
venienti dai paesi contermini.
Per l’occasione si tennero anche dei
festeggiamenti che fecero strabiliare
tutti i forestieri in quanto si riteneva
non possibile che una piccola comu-
nità come era Crosere sarebbe riuscita
a tanto.
Fu allestita una grande Pesca di
beneficenza denominata “Pesca del-
l’asino, poiché il primo premio con- L’Arcivescovo esce dalla Cappella dopo la benedizione.     sisteva in un grazioso asinello, allora

un animale molto utile per i piccoli lavori di campagna.
Gli altri premi furono offerti da ditte locali e dalle famiglie di Crosere con elargi-
zioni varie, in particolare stoviglie e soprammobili, residui di vecchi doni nuziali.
Gli introiti della festa, al netto delle poche spese sostenute, furono di lire 750.000,
una cifra sufficiente per pagare l’impresa esecutrice delle strutture murarie.
Ma per rendere agibile la cappella mancavano ancora le imposte, i pavimenti e
l’arredamento.
Il Comitato si mise all’opera e così in breve recuperò il portone d’entrata dal
restauro di una vecchia casa patronale a Palazzolo dello Stella, grazie all’impresario
Mario De Candido e i primi arredi furono recuperati dai ripostigli della chiesa di
Latisanotta. In seguito la chiesetta venne fornita anche dai tendaggi e tappeti gra-
zie all’intervento di alcune volenterose massaie che coltivavano la passione di sarte
provette. La tinteggiatura e i decori murali furono offerti ed eseguiti dall’imbian-
chino Lino Cicuttin di Ronchis.
Per qualche tempo ancora si continuò la raccolta di fondi per sanare alcuni debi-
ti e per la costruzione di un piccolo campanile e di una stanza adibita a sacrestia
che si concretizzò nel 1968.
La funzione di “sacrestano” inizialmente venne svolta dalla sig.na Luigia Bian-
chin, già bidella delle scuole. Successivamente queste mansioni furono volontaria-
mente svolte da Arduino Guidolin, per oltre dieci anni, dalla sig.ra Emma Nascim-
ben, dalla signora Elisa Revoldini. Ma tante altre persone si alternarono in seguito
al fine di tenere in ordine l’edificio sacro.
La chiesetta, confinante con le scuole elementari, era situata anche nelle adia-
cenze dell’incrocio della strada statale Triestina, detto proprio delle “Crosere” e si
assistevano a continui incidenti stradali specialmente nel periodo estivo, in quanto
divenuto bivio cruciale per Lignano.
Diversi gli abitanti di Crosere che hanno subito incidenti, taluni mortali perché
investiti da automezzi mentre attraversavano la strada.
E questi sono stati anche i motivi per cui i parrocchiani hanno voluto dedicare
la chiesetta alla “Madonna della Strada” e portare l’Immagine in processione la pri-
ma domenica del mese di maggio.
Col passare degli anni la struttura risentiva della povertà degli elementi, fino a
renderla quasi inagibile dopo trent’anni.
Negli anni Settanta era attivo un Consiglio di quartiere, nominato dall’Ammi-
nistrazione comunale, che provvedeva a segnalare le cose da farsi. Con il successi-
vo cambio di amministrazione i Consigli di quartiere non vennero rinnovati e allo-
ra, nell’aprile 1983, durante un’assemblea pubblica, cui furono invitati tutti gli abi-
tanti di Crosere, fu eletto un Comitato formato dalle seguenti persone: Alessandro
Bellotto, Giovanni e Umberto Cicuttin, Danilo Cassan, Mirco Faggionato, Enrico
Fantin, Lorenzo Mauro, Domenico Moro, Angelino Valvason e Pietro Urban. Pre-
sidente il parroco pro-tempore don Severino Casasola.
Subito dopo la sua costituzione, il Comitato stesso si è premurato di continuare
le tradizioni della frazione e in primo luogo la festività della Madonna della Strada.
Dopo alcuni anni, con diverse iniziative, la festa assunse dimensioni di sagra con
un enorme flusso di gente dove sotto un grande tendone da circo si poteva gioca-
re, gustare la classica costa e salsiccia alla griglia con patatine fritte e alla sera anche
ballare allietati da rinomate orchestre.
Tanto per mettere qualche cifra, due feste dell’anno 1984 e 1985 diedero utili per
un totale di quasi 10 milioni, mentre quella del 1988, da sola, fruttò un utile di 9
milioni di lire (3).
Il 15 marzo 1985, durante la visita pastorale di mons. Alfredo Battisti, arcive-
scovo di Udine, presente la popolazione di Crosere, il Comitato espose il desiderio
di un completamento della chiesetta.
Nel contempo si aveva messo ordine e sistemato il sito con alcuni lavori esegui-
ti gratuitamente da alcune ditte del luogo: dipintura dei muri della chiesa da parte           della ditta di Mirco Faggionato; livellamento del terreno con forniture ghiaia dalla
ditta Costruzioni Umberto e Giovanni Cicuttin, piantumazione di alberi “Pinus
pinea” da parte dei Vivai Remigio D’Andreis ed ancora altri benefattori.
I tempi erano maturi quindi per dare avvio a un progetto di ristrutturazione e
completamento della chiesetta con costruzione del tetto e del campanile.
Incontri preliminari col prof. Lionello Galasso e l’arch. Piergiorgio Stroppolo
che si adoperarono a realizzare il progetto e nel marzo 1986, don Severino Casaso-
la, inoltrò alla Commissione di Arte Sacra di Udine una relazione con allegati i rile-
vi della chiesa esistente e il nuovo progetto di ristrutturazione firmato dal geom.
Ferruccio Selva di Ronchis.
La Commissione di Arte Sacra, presieduta da mons. Guido Genero, esaminati
gli elaborati, con lettera datata 31 marzo 1986, rispose lodando l’iniziativa e di
tener conto ad alcune loro osservazioni.
Nel novembre 1986 era entrato nuovo parroco di Latisanotta don Agostino Orsa-
ria e toccò a lui proseguire l’iter burocratico della ristrutturazione della chiesetta.
Nel maggio 1988 vennero consegnati all’Ufficio Tecnico del Comune di Latisa-
na i nuovi elaborati e nello stesso tempo inoltrata domanda di contributo alla
Regione Autonoma del Friuli Venezia Giulia.
Grazie all’interessamento di alcuni membri del Comitato e soprattutto al presi-
dente della Regione Friuli Venezia Giulia, Adriano Biasutti, la domanda di contri-
buto venne accolta, con la concessione di una sovvenzione “una tantum” di lire 80
milioni, e così si poté dar avvio ai lavori.
La ristrutturazione fu affidata all’impresa edile Pietro Casasola, di Latisanotta,
all’inizio del 1993, con una spesa di 160 milioni di lire.
Durante il periodo dei lavori le SS. Messe domenicali si officiavano nel capan-
none di Paolo Del Piccolo.
Venne però anche il momento di veder realizzato un sogno e cioè di avere un
luogo di culto che trovò il consenso unanime sia sotto l’aspetto tecnico-artistico che
liturgico.
Infatti sono state collocate le seguenti opere d’arte:
Statua della Madonna: scultura lignea, opera di Ferdinando Perathoner di Ortisei
Val Gardena
Crocefisso: scultura lignea di Ferdinando Perathoner di Ortisei Val Gardena
Tabernacolo: opera bronzo-dorato di Mario Burelli di Udine
Ambone: leggio ligneo di Bruno Pietrobon di Treviso
Pavimento-marmi: “Botticino-Rosso di Verona”
Piedestallo marmoreo: di Lorenzo Zanelli di Latisanotta
Croce in ferro battuto: di Manuele Cassan di Latisanotta
Mosaico del timpano: Madonna della Strada, opera dei maestri della Scuola
Mosaicisti di Spilimbergo (dono della Banca Popolare di Latisana).

Il 5 luglio 1993, alle ore 20,30, l’ar-
civescovo di Udine mons. Alfredo Bat-
tisti, con una solenne cerimonia, bene-
disse la restaurata chiesa della “Madon-
na della Strada” di Crosere.
Presenti alla cerimonia numerose auto-
rità religiose, militari e civili con in testa
il sindaco di Latisana, Danilo Moretti e
l’intera Giunta.
Tra i sacerdoti, oltre al principale fauto-
re don Danilo Stel, mons. Tarcisio
Lucis, don Ermes Ceccato, don Carlo
Fant, don Pietro Moratto, don Saverio
Mauro, don Luigi Gomboso, don Seve-
rino Casasola e don Agostino Orsaria.
I tempi sono mutati, però la devo-
zione alla Madonna della Strada di Cro-

Don Agostino davanti alla chiesa.

sere rimane sempre un punto fermo
devozionale dove ogni anno si celebra la
festività alla prima domenica di maggio, con Santa Messa solenne e benedizione
degli automezzi. Nel pomeriggio, si procede con il santo Rosario e la Processione
con la statua della Madonna, accompagnata dalla banda musicale.
Vista la trasformazione della viabilità con costruzioni di nuove rotonde, dove il
vecchio percorso comprendeva per ben due volte l’attraversamento della statale 14
per poi percorrere un giardino privato e immettersi in Via Trieste, si è ritenuto

Crosere, 5 luglio 1993. Mons.
Tarcisio Lucis mentre pronun-
cia le frasi del rito prima della
benedizione da parte dell’Arci-
vescovo di Udine.

Crosere, 5 luglio 1993. Autorità comunali intervenute alla cerimonia di benedizione della restaurata chiesetta, presieduta dall’arcivescovo di Udine, mons. Alfredo Battisti e la partecipazione dei fedeli.

Crosere, 5 luglio 1993. La partecipazione             Crosere, 2 maggio 2010. Omaggio floreale alla
dei fedeli alla cerimonia.                                             sacra immagine della Madonna della Strada.
Crosere, 2 maggio 2010. Processione con la statua della Madonna della Strada.

necessario modificare l’itinerario limitandosi a transitare la Via Trieste fino al pon-
te dell’acquedotto.
Queste, in sintesi, sono delle brevi memorie che non hanno grandi pretese esau-
stive, anzi ci saranno senz’altro degli inevitabili errori e omissioni nella ricostruzio-
ne storica e per questo l’autore sin d’ora chiede venia.
Tuttavia, questo documento, è stato voluto affinché rimanga a futura memoria
per ringraziare e ricordare tutti i benefattori che si prodigarono per la realizzazione
della chiesetta della Madonna della Strada di Crosere.
Inoltre, un sentito grazie a coloro, anche se i nomi non sono stati citati perché
sono tanti e si dimenticherebbe sempre qualcuno, che hanno continuato e conti-
nuano tutt’ora l’operato iniziato cinquant’anni fa.

NOTE E BIBLIOGRAFIA

Archivio Parrocchiale di Latisana.
Archivio Parrocchiale di Latisanotta.
Archivio di Stato di Udine.
1) Benvenuto Castellarin, manoscritto inedito dalla trascrizione di documenti.
2) Ferruccio Casasola, Lauretta Iuretig, Claudio Massarutto, “30 anni fa…piccola storia paesana”, 1991.
3) Appunti, notizie e fotografie. Manoscritto inedito e archivio di Enrico Fantin.
Si ringraziano sentitamente Benvenuto Castellarin e Roberto Tirelli per la loro preziosa collaborazione.
Enrico Fantin – Latisana (Ud).

Testo originariamente pubblicato su: la bassa/61 – 2010

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